La Casa torinese sta vivendo una fase molto complessa, dettata anche dalla crisi generale dell’industria dell’automotive. Scopriamo la contromisura di Stellantis per le future proposte della Fiat.
Un tempo l’italiano medio non si doveva nemmeno porre il problema di che macchina acquistare. L’idea di fondo era quella di comprare vetture nostrane e c’era ampia scelta. Le FIAT erano una sicurezza per il popolo, risultando economiche e affidabili. Per chi aveva le possibilità economiche non mancavano le proposte top di Lancia e Alfa Romeo, nel pieno rispetto della tradizione corsaiola. Senza arrivare ai top brand della Motor Valley, emblemi del Made in Italy nel mondo, il mercato offriva una quantità estrema di vetture dalla spiccata personalità.
Oggi vi basterà sfogliare i listini per constatare quanto le auto moderne siano tutte uguali tra loro. Design fatti con lo stampino, come se dietro ci fosse un IA non evoluta, imbottite spesso di tecnologie inutili che hanno fatto lievitare il prezzo finale. Un problema che riguarda anche Fiat, sempre più orientata su proposte elettrificate che non piacciono agli automobilisti nostrani. A parità di EV è ovvio che ci si orienti più verso le proposte cinesi, migliori per affidabilità e prezzo.
FCA è stata costretta a fondersi con PSA perché il ritardo sulle proposte a zero emissioni era evidente. L’obiettivo era quello di sfruttare il know-how e le piattaforme francesi per la creazione di una gamma 100% elettrica. Tanti proclami, poche vendite e l’unica certezza rappresentata da vetture fotocopia che non sono piaciute né agli italiani né agli stranieri. Un esempio lampante è rappresentato dalla nuova Grande Panda, troppo simile alla C3 della Citroen.
I brand rientranti nella galassia Stellantis si stanno facendo la guerra tra loro. La Topolino cosa ha di diverso dalla Ami? E la Grande Panda dalla C3? La Giga Panda sarà una copia della C3 Aircross? E cosa dire della nuova Fastback che sarà imparentata con la Citroen Basalt. A questo punto cambiano i loghi, ma la sostanza è la medesima e Filosa, sostituto di Tavares, dovrà mettere in primo piano la produzione nostrana per uscire dalla crisi.
Il marchio piemontese deve ritrovare una propria identità prima di arricchire la gamma con nuovi modelli. Gli italiani pretendono proposte inedite, come la 500 che non è replicabile dalla concorrenza interna al Gruppo ed esterna. I cloni rappresentano una forte insidia per una realtà che sembra aver smarrito lungo la strada il suo DNA.
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