Personalizzare un gioiello della Casa modenese spesso porta a perdere l’essenza stessa che racchiude il DNA del Cavallino. Scopriamo cosa ha combinato un tuner per estremizzare una 458 Italia.
Le Ferrari sono belle di natura, proprio come mamma le ha fatte a Modena. Sono frutto di uno studio meticoloso in galleria del vento e dell’estro di designer geniali. Ogni minimo dettaglio è curato per lasciare intatta la classicità e l’eleganza tipica delle vetture sportive italiane. Le muscle car americane, le youngtimer giapponesi si prestano all’adozione di enormi alettoni e numerose prese d’aria. Spesso le modifiche estetiche non apportano nemmeno particolari benefici sul piano prestazionale e, il più delle volte, vanno ad intaccare l’immagine pulita di una supercar.
La trasformazione che vi segnaliamo non fa eccezione e tende a involgarire la silhouette filante dell’iconica 458 Italia. Quest’ultima alzò l’asticella prestazionale rispetto alla F430, garantendo consumi più bassi rispetto alla predecessora, pur avendo maggiore cilindrata e potenza. Il contenimento dei pesi e un’attenzione spasmodica alla profilatura aerodinamica determinò un carico verticale di 140 kg a 200 km/h con un coefficiente di resistenza aerodinamica (Cx) pari a 0,33.
La 458 Italia venne presentata alla 63ª edizione del Salone dell’automobile di Francoforte del 2009. Sotto al cofano aveva un motore V8 di 90° posto in posizione posteriore-centrale, dotato sia di iniezione diretta che indiretta, per amministrare al meglio gli alti regimi, associato a un cambio elettroidraulico a doppia frizione con 7 rapporti. La gamma della 458 comprendeva 4 modelli: Italia, Spider (presentata l’8 settembre 2011 a Maranello), Speciale (realizzata dal 2013) e Speciale A (versione spider della Speciale).
Un esemplare del 2011, venduta in un’asta gestita da Barrett-Jackson, non sembra nemmeno più una Ferrari. Ha percorso appena 37.000 chilometri, mettendo in mostra il lavoro svolto dell’atelier giapponese Liberty Walk. Abbonda la fibra di carbonio e il kit aerodinamico presenta cerchi di altissimo livello, firmati HRE, che aggiungono un tocco di esclusività.
A colpo d’occhio i cerchioni sono l’unico elemento cool della personalizzazione. Spicca l’impianto di scarico e il sistema di sospensioni pneumatiche Air Lift, in grado di modificare l’assetto della supercar modenese e offrire una versatilità senza precedenti. Questa 458, modificata dagli specialisti di Liberty Walk, è appartenuta all’artista Justin Bieber, ed è stata battuta all’asta nel 2017 per la cifra record di 434.500 dollari. Incarna sin troppo lo spirito giapponese, come vedrete nelle immagini in alto della pagina IG della Casa d’aste di barrett_jackson, ma come si suole dire “De gustibus non est disputandum”.
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